martedì 8 novembre 2011

Il comune di Napoli onora Giorgio Ascarelli, uno dei fondatori del Napoli, "cancellato" da Mussolini e da Hitler

Attivo imprenditore del Meridione d’Italia, Giorgio Ascarelli (Napoli 1894-1930), figlio di Salomone Pacifico (ex vice sindaco di Napoli per la zona Mercato e titolare di una grande industria di tessuti), è stato nel 1926 il mitico fondatore del Napoli Calcio. Giorgio Ascarelli sarà onorato dalla città partenopea giovedì 17 novembre, data di promulgazione delle leggi razziali 1938, con l’intitolazione alla sua memoria dello stadio Ponticelli in via Argine. Un riconoscimento che arriva a distanza di oltre settant'anni dalla decisione del regime fascista di cambiare la denominazione dello stadio, intitolato ad Ascarelli, presa nel 1934, alla vigilia dei mondiali di calcio svoltisi in Italia, perché la Germania si sarebbe rifiutata di giocare in un impianto dedicato ad un ebreo.

La fondazione del Napoli
Appassionato di sport, Giorgio Ascarelli fu tra i fondatori del Real Circolo Canottieri Italia  nella sede sulla Banchina Santa Lucia e, soprattutto, nel 1926, il promotore principale della fondazione del Napoli Calcio, allora denominato A.C. Napoli, che riunì in una sola compagine tutte le squadre esistenti in quel momento in città.
Grazie ai suoi sforzi economici ed alle sue idee di mercato, la nuova formazione divenne in breve tempo competitiva a livello nazionale. Al termine della stagione 1928/29 riuscì a convincere la Figc ad allargare a diciotto partecipanti, anziché a sedici, il primo campionato a girone unico, facendovi rientrare anche la propria squadra e dimostrandosi influente dirigente sportivo anche a livello federale.
Nel 1929 commissionò, completamente a proprie spese, la costruzione di un nuovo campo sportivo, di proprietà privata del club, al Rione Luzzatti, nei pressi della Ferrovia. Lo stadio, inaugurato il 23 febbraio 1930 col nome di "Vesuvio", gli sarebbe stato successivamente dedicato a furor di popolo, in conseguenza della sua scomparsa, avvenuta a soli 36 anni di età, appena diciassette giorni dopo l'inaugurazione dell'impianto, a causa di un attacco di peritonite fulminante.
Nel 1934 lo stadio fu ribattezzato "Stadio Partenopeo", prima di finire distrutto dai bombardamenti abbattutisi sulla città nel corso della II guerra mondiale. Il nome di Ascarelli sopravvive comunque e continua ancor oggi a identificare il rione di case sorte nella zona in cui sorgeva lo stadio ed attualmente denominato Rione Ascarelli.

L'iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Valenzi, con  il Comune di Napoli, la Associazione ALI Ufficio Scolastico Regionale della Campania, Comunità Ebraica di Napoli e Società Calcio Napoli.
Questo il testo della targa che verrà affissa all’esterno della struttura:
“A Giorgio Ascarelli, lungimirante industriale e munifico presidente della nascente Società Sportiva Calcio Napoli, la cui memoria fu oltraggiata dalla politica razziale fascista, che a Napoli si manifestò anche attraverso la cancellazione del nome di 'Stadio Giorgio Ascarelli' all’impianto da lui voluto e finanziato alla vigilia degli incontri della Coppa del Mondo del 1934. A perenne monito e in doveroso ricordo di tutte le persone discriminate per motivi religiosi, politici o razziali, il Comune di Napoli pose nel settantatreesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali, che tanti lutti e tante sofferenze causarono anche per la nostra città”.

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